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Mediterraneo in versi
Il Firenze, 3 dicembre 2007

L’invito ad un incontro di poesia è un regalo. Ci sono ancora società in cui essa si esprime, come anche da noi succedeva, nelle forme dell’oralità, della declamazione e del dialogo fra rimatori oltre ad incastonarsi nell’espressione scritta. Chi scrive ne ha avuto conferma, il giorno della Festa della Toscana, alla manifestazione Mediterraneo in versi (Palazzo Medici Riccardi). L’iniziativa (presentata dal console dello Yemen Guido Bastianelli), patrocinata dalla Lega araba, ha dato spazio ad una
panoramica di voci di diversi paesi (Algeria, Palestina, Yemen, Spagna) che interagivano con poeti italiani. Alle declamazioni dei versi si congiungeva la musica: come quella, evocativa, del complesso “El Mastaba” di Port Said. Un accostamento capace di dare evidenza ad una suggestiva forma di dialogo fra le sponde del Mediterraneo. Con le voci dei poeti e le vibrazioni degli strumenti che confermavano la capacità dell’arte di farsi ponte fra popoli e identità diverse. Come nei versi di M. Makhoul (Beirut) sulle Nozze di Cana, nelle suggestioni dell’algerina Nadija Chekoufi su I fili del Mediterraneo o nelle risonanze di sabbia di H. M. Moqbel Saleh ( Sana’a). O in quelli dello spagnolo J. M. Rodriguez. O nella ballata, di antica derivazione ebraico-sefardita, sulle tre sorelle, proposta dall’italiano Giordano Dall’ Armellina.
A partire da uno specifico riferimento, come quello dell’accostamento polifonico fra poeti mediterranei, c’è una considerazione che va richiamata. Quella relativa all’identità dell’ Europa. Che, a partire dall‘Ottantanove e dall’allargamento dell’ Unione, ha recuperato pienamente la sua dimensione ed il suo “cuore” continentale. Quello che può essere fatto risalire fino all’impostazione politico-culturale di Carlo Magno. Il “vecchio continente”, ora riunificato, deve però volgersi a Sud. A ricercare, nel rapporto con le diverse sponde del Mediterraneo, il senso delle sue più antiche radici.
Non va dimenticato dov’è che hanno origine l’antico mito e il nome stesso d’ Europa. L’Italia e, in essa, la Toscana si trovano in un punto di intersezione che impone di spendersi per il dialogo fra l’ Europa ed i paesi posti sui diversi lati dell’antico “mare nostrum”. A ricordarcelo, il 30 Novembre, con grazia e tonalità del tutto particolari, è stata anche la voce plurale dei poeti.

 Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana

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