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Informazione Mondo
Il Firenze, 22 gennaio 2007

C’è una bellissima notazione di Trockji, in fuga dal confino cui, dopo la sconfitta politica del 1926, lo aveva condannato Stalin. Cito a memoria: com’è bello ritrovare, al mattino, arrivando in un piccolo centro abitato, la “cosa più bella del mondo”. Un giornale, appena stampato, con le pagine fresche di inchiostro. In verità, il vecchio Leone, che poi sarebbe stato perseguitato, braccato e barbaramente ucciso e che avrebbe mostrato grande lucidità storica ne La rivoluzione tradita, non poteva vantare un percorso di vita coerente rispetto alla libertà d’espressione. Che, sola, può rendere i giornali produttivamente stimolanti. Non lontana era l’eco delle cannonate di Kronstadt con cui l’allora comandante dell’Armata Rossa aveva represso i marinai che volevano la democrazia consiliare. Resta il fatto che l’immagine usata da Trockji ci parla ancora oggi, in pieno mondo “globalizzato”. Il tema dell’informazione rimane fondamentale. Cambiano gli strumenti (la carta stampata interagisce con informatica e multimedialità), ma resta il nodo di fondo: quando pare di sapere tutto “in tempo reale”, importante è dipanare l’ininterrotto flusso delle notizie con occhio critico e spirito indipendente.
L’ indipendenza di giudizio è spesso sinonimo di coraggio e di disponibilità a rischiare la vita: di questo ci parlano gli omicidi di due testimoni del tempo come la russa Anna Politkovskaja e il turcoarmeno Hrant Dink. Di questo ci dicono le vicende di “giornalisti di guerra” periti nel corso del loro lavoro, eliminati perché scomodi, osteggiati dai comandi militari, rapiti dai gruppi terroristici. Di questo ci rende avvertiti la censura cinese su internet.
Il potere- e, in maniera evidente, il potere totalitario- teme giornalisti, scrittori, commentatori che ragionano e informano secondo coscienza e verità
La stesse vertenze dei giornalisti contro l’esposizione alla manipolazione e al ricatto del lavoro precario rientrano, in qualche modo, in un generale impegno per la difesa della qualità dell’informazione. Anche una scuola ed una formazione degne di questo nome, del resto, non possono che avere al centro due strumenti: la lettura del giornale e lo studio del mappamondo. Era l’intuizione di Don Milani. Che, nei tempi controversi della mondializzazione, riconferma la sua dirompente validità.


Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana
 

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