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Angiolino il volto dolce della memoria
Il Firenze, 28 dicembre 2007

Che Angiolino se n’era andato l’ho saputo in ritardo. Leggendo l’omaggio resogli dal
presidente del Consiglio regionale della Toscana. Con Angiolo Terinazzi (questo il suo nome, anche se tutti lo appellavano con l’affettuoso diminutivo) ci eravamo incontrati alla scuola media di Rignano. Venne a parlare della sua drammatica esperienza di ex deportato. Colpivano la semplicità e la forza incisiva del suo racconto. Fu, poi, nostra guida (come rappresentante dell’Aned, l’associazione degli ex deportati, di cui sarebbe divenuto presidente) in uno dei “viaggi della memoria” nei campi di sterminio. A Mauthausen. A Dachau. Il suo caldo parlare toscano conferiva un commovente tocco di umanità alla ricostruzione di eventi terribili. Era un uomo del popolo, Angiolino. Ma la sostanza della sua testimonianza non era dissimile da quella di un Primo Levi. Le sue parole toccavano la sensibilità dei ragazzi. E’ esperienza comune vedere giovanissimi tornare trasformati dai “viaggi della memoria”. Quel che nei libri di scuola appare incomprensibile e lontano, pur se riferito ad eventi che hanno sconvolto la vita di milioni di persone, in testimonianze come quelle di Angiolino viene restituito come inesorabile racconto di fatti di vita. Il campo, la prigionia, la fame e il lavoro schiavistico, l’eliminazione sistematica dei deportati. E poi, il ritorno. E la difficoltà del riprendere la vita. La problematicità e, insieme, l’esigenza, del raccontare. Per rendere omaggio alle vittime. E per impegnarsi perché la violenza venga bandita dal mondo. In questa scelta, Angiolino si è speso fino alla fine. Nel “Giorno della memoria” vi saranno importanti iniziative. In questo ambito, ricordare la sofferenza e la lezione di figure come quella di Angiolino è un atto dovuto. Si dice che un vecchio che muore è come una biblioteca che brucia. Deve essere sentito come un impegno comune quello di far vivere la biblioteca della memoria che persone come Angiolino ci hanno consegnato.

Severino Saccardi

 

 

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