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Dal silenzio la voce dei diritti
Il Firenze, 25 giugno 2007

 
Diceva un grande pensatore che occuparsi del pane per sé è questione di ordine materiale, ma preoccuparsi del pane per gli altri è questione di ordine spirituale. Sono enormi, nel mondo “globale”, i bisogni da soddisfare: l’alimentazione ( il “pane”, in senso stretto), il lavoro, la casa, l’assistenza sanitaria.Diritti proclamati dalla Dichiarazione universale del 1948 e che, in vaste aree del pianeta, appaiono destinati a rimanere ancora sulla carta.E’ stato anche detto che cibo dell’uomo non è solo il pane, ma la possibilità di far librare la propria spiritualità.
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione”(art.18 della Dichiarazione universale dei diritti). Nella cittadella occidentale, abbiamo difficoltà a capire quanto tali principi, in troppi paesi, siano lontani dall’essere rispettati. In tante realtà, si è imprigionati, discriminati, uccisi per motivi politici e culturali, ma anche a causa della propria fede religiosa.
Pregare liberamente il proprio Dio o non pregarne alcuno è un’ istanza fondamentale. L’elenco dei paesi in cui tale istanza è negata o pesantemente condizionata è notevole. Problemi enormi vi sono per le minoranze cristiane in Iraq, perseguitate dai radicali sunniti e sciiti, nell’indifferenza delle autorità. Sono costrette al velo, le donne cristiane. In difficoltà sono le comunità cristiane in Palestina e in Egitto. Non vi è tolleranza religiosa in Arabia Saudita. Cristiani ed animasti sono stati per anni perseguitati in Sudan. Drammatica è la situazione nella tormentata Somalia. Il tema della libertà religiosa è irrisolto nel “pianeta Cina”, dove è ancora problematico professare di essere cattolici, buddisti o membri della setta Falun Gong. “Questione religiosa” e questione nazionale si intrecciano nell’innominabile questione dell’ autodeterminazione del Tibet. E perfino nella democratica India, i fondamentalisti indù intensificano manifestazioni di intolleranza contro le comunità cristiane. In America Latina, vi sono ancora realtà in cui è a rischio della vita promuovere
insieme evangelizzazione e diritti sociali. Il mondo è pieno di comunità religiose “del silenzio”. Un silenzio che coloro, credenti e non credenti, che hanno a cuore la dignità dell’uomo dovrebbero intendere per dar voce, nel mondo, alla cultura dei diritti .


Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana
 

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