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Vie d'Oriente, promesse e rischi
"Il Firenze" 18 novembre 2006

Quello che si è da poco avviato sarà il “secolo dell’estremo oriente”. Di quel mondo ( assai “plurale” )sappiamo poco. Abbiamo registrato il suo crescente peso nella sfera economica: la tumultuosa crescita del Giappone; il dinamismo di Paesi come la Corea del Sud e Taiwan; il singolare impasto di tecnologica avanzata, modernità, democrazia, miseria e mentalità “castale” del subcontinente indiano; il travolgente sviluppo economico della Cina. Le vie dell’ Oriente sono costellate di promesse, ma aprono anche a scenari inquietanti. Il Giappone rompe un tabù. Il paese-simbolo del tragico avvio dell’era atomica rivendica una propria “spada nucleare”. Non c’è più, da anni, la contrapposizione bipolare fondata sull’ “equilibrio del terrore”. Ma la corsa alla proliferazione nucleare riprende in nuove forme. Il debutto atomico del regime dispotico e surreale della Corea del Nord fornisce lo spunto al Paese del Sol Levante per rivendicare il “diritto” alla deterrenza nucleare. Rimuovendo il ricordo di Hiroshima e Nagasaki. Non lontano sono dislocate le “atomiche dei poveri”: quelle di India e Pakistan. E non c’è solo la questione nucleare a rendere preoccupante il quadro d’insieme.
C’è anche il tema dei diritti umani. D’Alema, dopo Prodi, sostiene la prossima revoca dell’embargo del commercio di armi verso la Cina. Pur apprezzando l’alto profilo internazionale che spessocaratterizza le scelte del nostro ministro degli esteri, è difficile non esprimere perplessità in merito.Pur con qualche embrionale segno di novità (la nuova legge “borghese” sul diritto di proprietà, qualche spiraglio nelle elezioni dei comitati locali…), la Cina rimane sul libro nero di

AmnestyInternazional. Per la repressione della libertà religiosa e di pensiero, per la negazione dell’autodeterminazione del Tibet, per l’assenza di diritti sociali. Per quel che ci riguarda, preferiamo attenerci ad una mozione del nostro Consiglio regionale contraria della revoca dell’embargo del commercio di armi al gigante cinese. Le vie dell’Oriente ci si dipanano davanti in tutta la loro complessità. Se non si tengono insieme cooperazione economica, priorità della distensione (e freno alla proliferazione nucleare) e difesa dei diritti umani si rischia di smarrire bussola ed equilibrati riferimenti etici e politici.

 

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