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Milleluci contro la pena di morte
"Il Firenze" 1 dicembre 2006

 

Bisognerebbe rileggersi “Il muro” di Sartre. Il grande scrittore esistenzialista si immedesima nella notte di un condannato a morte. Che sa che all’alba ci sarà l’esecuzione. Per l’uomo il confronto con il nulla è insito nella mortalità dell’esistenza. Ma la pena capitale è un’istituzione storica e non un destino. Questo ebbe il coraggio di proclamare Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana, nel lontano 1786. L’editto- senza precedenti al mondo- che aboliva la pena di morte è del 30 Novembre di quell’anno. Pietro Leopoldo avendo osservato “con quanta facilità nella passata legislazione era decretata la pena di morte” notava che il colpevole è figlio “anche esso della Società e dello Stato”. E dichiarava di “abolire…per sempre la pena di morte”. Questo siamo a ricordare ogni 30 Novembre con la Festa della Toscana. Questo ha voluto sottolineare quest’anno anche la Comunità di S. Egidio con la “Giornata internazionale Città per la vita- Città contro la pena di morte”. Tesa ad unire in una grande catena ideale grandi centri urbani di tutto il mondo. Tra i diversi monumenti illuminati- quasi a dar visibilità ad un futuro che caccia la barbarie - il Palazzo della Moneda, a Santiago del Cile. Dove il presidente Allende nel 1973cadde battendosi contro il colpo di mano di chi aveva “la forza, ma non la ragione”. Le luci accese nelle diverse città del mondo rimandano ad un impegno globale di cui c’è grande bisogno. Dall’editto di Pietro Leopoldo sono passati 220 anni. Ancora di più ne sono passati dallo scritto “Sui delitti e sulle pene” di Cesare Beccaria. Eppure quelle idee, in larga parte del pianeta, suonano ancora avveniristiche.
La pena di morte è applicata a diverse latitudini e sotto diversi regimi, dagli Stati Uniti, ai Paesi del mondo arabo-islamico alla Cina. La tortura e le violazioni dei diritti dei prigionieri sono pratiche ricorrenti dei troppi regimi autori e totalitari che punteggiano ancora il pianeta. Ma rappresentano una tentazione anche per le democrazie come le vicende di Abu Grahib e di Guantanamo ci ricordano. C’è ancora molto cammino da fare. La Toscana ogni 30 Novembre fa bene a sottolinearlo.
Ed a rendere onore ad un Atto che in quel giorno seppe indicare un nuovo orizzonte di umanità e di civiltà giuridica al mondo del futuro.

Severino Saccardi 
Direttore di “Testimonianze” 
Consigliere regionale della Toscana

 

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