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Un po' di pane per tutti
Pubblicato sul "Corriere Fiorentino", venerdi' 23 dicembre

Un po' di pane per tutti (se sviluppo e' giustizia)

Una scelta di carattere istituzionale della Regione Toscana. E’ quella da cui trae origine, con una Legge di iniziativa consiliare della scorsa legislatura (presentata da Paolo Tognocchi e firmata anche da chi scrive), la “Giornata per un equo sviluppo globale”. Il 21 Dicembre, c’è stata la prima edizione. “Il pane è per tutti” è la suggestione cui è stata legata la manifestazione. Diceva un grande pensatore che occuparsi del pane per se stessi è un’esigenza di carattere materiale, mentre occuparsi del pane per gli altri è un’istanza di carattere spirituale. Se al tempo degli antichi Stoici essere “cittadini del mondo” era un’opzione di carattere etico, tale dimensione è strutturalmente interna alla condizione umana degli anni 2000. Quella dell’interdipendenza. Che postula condivisione delle risorse e diffusione dei diritti umani fondamentali. Una percezione lucida in tal senso la ebbe, nella data-simbolo del 21 Dicembre di molti anni fa, Madre Teresa di Calcutta nell’incontro con bambini derelitti che mancavano dell’essenziale. La scelta che ne scaturì (dedicarsi agli ultimi) è di grande valore simbolico ed universale ed ha la capacità di parlare laicamente a credenti e non credenti.

E’ a partire da tali riferimenti che si è sviluppato un incontro articolato in una serie di suggestioni legate alle testimonianze di Vandana Shiva (ed alla sua "ecologia sociale") e di un intellettuale europeo come Predrag Matevejevic (che fu "testimone di pace" in concomitanza con lo scatenamento del conflitto nella ex- Jugoslavia), autore di "Pane nostro" (Garzanti). Sarà proposto anche lo spettacolo teatrale "L’Italia è servita" (di Denio Derni e Fabrizio Dirotti), dedicato a Pellegrino Artusi (scrittore che, in tempi di penuria, contribuì all' " unità gastronomica" del nostro Paese) in un ideale dialogo con le "culture materiali" di tutto il pianeta. L'incontro si è concluso con il concerto del gruppo dei “Marhuashausi”, legati ad Ernesto Balducci ed alla prospettiva ideale dell’ “uomo planetario”. Furono i loro flauti andini, quasi venti anni fa, a dare a Balducci l’ ultimo saluto alla Badia Fiesolana.

Firenze, città disorientata e ferita da una violenza insensata, non può non riscoprire nella parte più significativa del suo patrimonio ideale la risorsa per fondare sulla convivenza fra diversi la scommessa per il domani.

Testimonianze rivista laica fondata da Ernesto Balducci
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