Fare buona televisione non è impossibile. Sabato sera, Rete 4 ha riproposto il bel bianco e nero (con la toccante eccezione di un  cappottino rosso, che spicca in mezzo ai massacri) di “Schindler’s List”.  Prima ancora, a “Che tempo che fa”, Fabio Fazio ha intervistato lo scrittore israeliano David Grossman. Mi è riemersa l’immagine di Grossman, ancora giovane , quando venne alla redazione di “Testimonianze”, a Badia Fiesolana. Erano gli anni ottanta. Quando scrisse “Il vento Giallo”. Un testo che fece scandalo in Israele perché poneva la questione del dialogo con i palestinesi. Il grande romanziere ne riparla adesso in Tv. Quei temi sono all’ordine del giorno. Una parte della società israeliana ne è consapevole. Hamas ha posizioni inaccettabili, ribadisce Grossman  ma con i palestinesi bisogna confrontarsi. Perfino con la loro impresentabile versione integralista. Per favorirne una possibile evoluzione e per facilitare la ricomposizione fra  moderati ed  estremisti, al fine di aver di fronte un  unico interlocutore.
Grossman ricorda  come è nato Israele.  Molti di quelli che fondarono quella società erano sopravvissuti allo sterminio del popolo ebraico ad opera della “belva nazista” (la cui fantasmatica presenza  incombe nella mente turbata di un bambino israeliano, in un altro suo famoso libro).
A chi scrive viene da ripensarci, dopo essersi recato- insieme a tanti altri-  alla Sinagoga di Firenze. Dove i gonfaloni della Città e della Regione hanno attestato la solidarietà  alla Comunità ebraica dopo il ritrovamento dell’ordigno esplosivo  e le scritte che equiparano Israele al nazismo.
Alla stessa ora Claudio Martini, a nome della Regione Toscana, che in questi giorni ha portato  soccorso ai bambini palestinesi, era alla stazione per salutare il “Treno della memoria”. In partenza per Auschwitz.
Ha un titolo, il secondo libro di cui David Grossman ha parlato in Tv, che ha il sapore di una coraggiosa indicazione per il futuro: “Vedi alla voce amore”.

    Severino Saccardi