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Fallaci, errori e grandi intuizioni
Il Firenze, 22 settembre 2006

 
Oriana Fallaci riposa nel cimitero degli allori. A pochi passi dalla tomba della sorella Neera, autrice dell’indimenticato “Dalla parte dell’ultimo- Vita del prete Lorenzo Milani”. Vicino al cippo dedicato a “un uomo”: Alekos Panagulis. Ci sono momenti in cui, rispetto ad ogni altra considerazione, è bene che sopravanzi l’umana pietà. Il passaggio della morte induce a vedere vicende e percorsi umani in una luce diversa. Quando la scrittrice fiorentina se n’è andata, Mario Scialoja, un convertito all’islam, ha detto: “ Che Dio l’accolga”. Una bella manifestazione di civiltà.
Chi scrive non è certo in sintonia con molte delle cose che la Fallaci ha scritto negli ultimi anni. Ma ho in mente il ricordo di Oriana che, indomita, ha reso un’indimenticabile testimonianza, nel cruciale 1968, della strage di Città del Messico (300 studenti massacrati). Ed è difficile non levarsi di cappello di fronte alla capacità di tener testa ai grandi della Terra: da Kissinger a Khomeiny.
Sarebbe, certo, insincero non ricordare quanto molte delle sue ultime posizioni fossero aspre e indigeribili. E’ difficile accettarne toni, analisi, ricette. La sua contrapposizione all’islam (rispetto al quale bisogna saper distinguere e ragionare in profondità) sovrappone religione,politica, cultura.
Confonde questione islamica e tema dell’immigrazione. La porta a sbagliare sulle comunità islamiche toscane e sulla moschea di Colle Val d’Elsa. Che sono, invece, un bell’esempio di integrazione. E , tuttavia, bisogna leggere il nocciolo di “verità interna” che c’è anche nelle analisi che non si condividono. Anche in quelle di Oriana Fallaci. Che ha ragione su un punto:la sottolineatura della drammaticità del pericolo che incombe. Come le recenti stragi fondamentaliste in Algeria (documentate esemplarmente da una giornalista di caratterizzazione diversa dalla Fallaci: Giuliana
Sgrena), stanno a ricordarci. Il fondamentalismo non lo si affronta con la fallimentare e disastrosa “guerra preventiva” alla Bush.Ma nemmeno- come si tende a fare- va sottovalutato. Va visto per quel che è: un nuovo fenomeno totalitario che minaccia l’intera umanità. Oriana Fallaci- certamente, come ha scritto efficacemente Adriano Sofri “davvero a modo suo”- ce l’ha ricordato. E’ bene serbarne memoria.


Severino Saccardi
Direttore di “Testimonianze”
Consigliere regionale della Toscana
 

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