HOME PAGE >

La lezione della storia, cento anni dopo
pubblicato sul "Corriere Fiorentino" il 24 maggio

Quando l’Italia entrò in guerra, il 24 Maggio di un secolo fa, l’Europa, già da un anno, era in fiamme. Fu un’“inutile strage”, avrebbe detto Benedetto XV. Un giudizio che è entrato nel senso comune in riferimento alla “grande guerra”. Ma non sempre è stato così. Fecero scandalo gli scritti di don Lorenzo Milani (dal titolo L’obbedienza non è più una virtù), quando dalla prima guerra mondiale ci separava solo un cinquantennio. Non era comune la rilettura che il priore di Barbiana proponeva di un secolo di storia patria, fatta di guerre combattute “dalla parte sbagliata”. Eccezion fatta, come egli sottolineava, per la “guerra di popolo” di liberazione dalla tirannia fascista e dall’occupazione nazista. Oggi che quella porta è, per così dire, sfondata e che la rilettura delle vicende del 1915-1918 dalla parte degli “uomini contro”(per parafrasare un noto film) ha avuto ampia circolazione, abbondano revisioni e riletture storiografiche. Tempo addietro, Ernesto Galli Della Loggia ( “La memoria cancellata”, “Corriere della sera”, 4/8/ 2014) sosteneva che quella guerra che riconduciamo a un “ (…) un puro e semplice insieme di negatività” avrebbe prodotto anche cambiamenti come “l’acquisita indipendenza di tre o quattro nazioni, il definitivo tramonto di ceti sociali come l’aristocrazia (…) un senso nuovo di cittadinanza e di mobilitazione politica diffusa tra milioni di soldati provenienti dalle classi popolari, la nascita di nuovi formidabili fermenti di autonomia (…) fra i popoli e le élite dall’Anatolia al Golfo Persico al Nilo”. Una considerazione tutt’altro che banale anche se è bene non obliare i costi umani che tali trasformazioni hanno richiesto. Quelli messi in evidenza dalla contestata vulgata pacifista: milioni di morti, mutilati e invalidi. Una storia che riguarda non solo gli esseri umani: basti pensare all’odissea delle migliaia di cavalli maremmani mandati a morire fra i fili spinati. Non è qui il luogo per una riflessione approfondita su questi grandi temi (che la rivista “Testimonianze”, promotrice Lunedì 25 Maggio, alle 21.00, alle “Murate”, di una serata/evento per ricordare il cruciale centenario, ha affrontato in un suo recente volume), rispetto ai quali sono possibili solo brevi notazioni. La prima relativa al carattere del “secolo breve” (cui la “grande guerra” dà avvio) ed alla sua ambivalenza che avanza veloce verso l’interdipendenza dei popoli, avvicinandoli fra loro, in maniera drammatica, anche attraverso il conflitto e la violenza, che producono una distruttività prima sconosciuta. La seconda sulla questione della memoria: di reduci dal conflitto 1915-1918 non ce ne sono più. Ma è importantissimo recuperare fonti che riconducano alle testimonianze dei protagonisti diretti di quelle tragiche vicende. Quando ero ragazzo, ho imparato più nozioni sulla guerra di trincea dall’ex alpino Tonio, mio vicino di casa, che dai manuali di storia (che, comunque, vanno studiati). Infine, un rimando all’attualità. Mentre l’Europa, pur con le sue crisi, vive l’epoca privilegiata derivante da un settantennio di pace (con la tragica eccezione della ex Jugoslavia), il mondo, come ricorda papa Francesco, vive una specie di terza guerra mondiale frammentata e diffusa. E’ una considerazione che ci fa riflettere sulla lezione della storia e che ci spinge, non retoricamente, a far tesoro degli insegnamenti di questo centenario e delle vicende del Novecento, per saper leggere e vivere consapevolmente la dimensione dell’ambivalenza che caratterizza questi promettenti, eppur così tormentati, anni duemila. 

Testimonianze rivista laica fondata da Ernesto Balducci
ARCI associazione di promozione sociale ACLI :: Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani CRIC Coordinamento Riviste Italiane di Cultura Information Safety and Freedom


Tutti gli articoli pubblicati sul sito sono coperti dai diritti d'autore.
® Copyright 2007/2008 - Contatta Severino Saccardi